Gli ultimi dati forniti da Bankitalia relativi all’occupazione bancaria e alla presenza degli istituti nei territori, vedono un netto peggioramento della situazione in Abruzzo.
Quando si parla di banche, tutti stanno ad ascoltare. Non si tratta infatti di argomenti politici e sociali a cui si può scegliere o meno di interessarsi, ma di veri e propri cambiamenti che possono influenzare le vite di chi ne è coinvolto. Le banche infatti, rappresentano uno dei servizi più importanti che possano esserci in un territorio, poiché agli istituti bancari sono legate tante operazioni oltre alla detenzione dei risparmi di molti cittadini.
La situazione in Abruzzo però, ormai da qualche anno, non è esattamente positiva. Sul territorio infatti, diventa sempre più presente l’assenza degli istituti bancari. Come ogni anno, la Banca d’Italia, nota anche come Bankitalia, l’istituto bancario centrale della Repubblica Italiana, ha pubblicato i dati relativi all’occupazione bancaria e alla presenza degli istituti nei territori e l’Abruzzo è in caduta libera.
Abruzzo e Molise toccano il fondo della classifica stilata grazie ai dati di Bankitalia relativi all’occupazione bancaria e alla presenza degli istituti nei territori, con una situazione addirittura peggiorata rispetto alla valutazione dello scorso anno. Un dato che fa molto pensare, è la velocità con cui gli istituti bancari su territorio abruzzese, procedano alla chiusura delle filiali, dimostrando molta più fretta rispetto che in altre Regioni.
Abruzzo e Molise come detto, sono al penultimo e ultimo posto per quanto concerne la percentuale di sportelli chiusi negli ultimi 5 anni. E se in Molise potrebbe sembrare che la situazione sia in miglioramento, rispetto alla media nazionale, la verità è che semplicemente, non c’è granché da chiudere: sul territorio sono rimaste 78 filiali in totale.
Il problema della chiusura delle filiali, si lega a stretto giro con i problemi di spopolamento dei piccoli centri e delle città periferiche, che tendono a ritrovarsi in una situazione di totale isolazionismo, in cui diventa necessario spostarsi nei grandi centri per effettuare anche la più piccola operazione (almeno quando non si può completare online). In questo modo, si toglie un’ulteriore comodità a quei centri che tanto soffrono l’abbandono dei propri abitanti.
Se da un lato le banche tendono a minimizzare il fenomeno, utilizzando il digitale come mezzo alternativo fortemente funzionale, arrivano dei dati a smentire ciò: sia in Abruzzo che in Molise, la chiusura delle filiali bancarie nei piccoli centri, ha comportato meno investimenti da parte delle piccole imprese, in quanto risulta più complicato ottenere del credito dalle banche, a differenza delle grandi aziende che risentono molto meno del fenomeno.
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