Su una sporgenza rocciosa che declina verso il fiume Aterno, a circa 640 metri sopra il livello del mare, si può ancora vedere ciò che resta dell’antico borgo fortificato di Beffi, piccola frazione di Acciano, da cui spicca l’elevato torrione di pietra ancora ben conservato, con pianta a forma di pentagono. Questo, con il torrione a forma di cilindro di Goriano Valli, che gli sta di fronte sulla sponda opposta del fiume, controllava in modo strategico il passaggio alla valle subequana.
Il puntone ha delle peculiarità costruttive tali da far pensare che la sua prima edificazione si possa attorno al XII secolo. Si può supporre che il recinto, ora ridotto a rudere, non si usasse solo in caso di minaccia, ma che fosse una residenza fissa; questo è di fatto testimoniato dall’esistenza di alcuni vani dentro alla recinzione fortificata, che si presume fossero abitati dal proprietario del feudo e dal corpo di guardia. Il ruolo di zona di confine, contesa tra le Diocesi di L’Aquila e quella di Valva, è dimostrato da molteplici testimonianze storiche. La più antica fonte documentaria che riguarda Beffi è databile a quando il figlio di Rainaldo di Beffe possedeva la terza parte di Beffe in Valva (1185) e “lo teneva in servizio di Gentile signore di Raiano”.
Alla fine del Settecento la fortezza si trovava già in parte in disuso.
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