Ho rischiato di fare un errore molto grave con la stagnola, sono sicuro che capita anche a te. Oggi ti spiego come fare, non ti troverai più in difficoltà.
Spesso le piccole cose, quelle che sottovalutiamo, finiscono per essere un problema di non poco conto. Piccoli passaggi che ti permetteranno di gestire al meglio la tua cucina e anche le varie cose che avrai a disposizione.
Facciamo però un attimo un passo indietro per approfondire meglio alcuni aspetti legati proprio alla stagnola. Il nome deriva dal fatto che si parla di fogli sottili di stagno battuto o laminato e le origini risalgono alla fine del XIX secolo quando in Europa si iniziarono a produrre per proteggere i cibi.
Ci si rese conto che questa carta era infatti malleabile e in più riusciva a proteggere bene sia dagli odori che dall’umidità. Aveva però due grandi difetti, almeno inizialmente, costava troppo e lasciava un retrogusto un po’ metallico sugli alimenti stessi.
L’alluminio iniziò, nel Novecento, a sostituire lo stagno e a eliminare questo tipo di problema. Un’evoluzione che nel corso del tempo ci ha portato fino a oggi quando questa è molto sviluppata anche se, c’è da dire, spesso viene usata non nella maniera corretta.
Con la carta stagnola spesso ci troviamo a porci sempre la stessa domanda: dove si butta? In questo senso siamo in molti a compiere un errore, vogliamo dunque spiegarvi più da vicino il processo che ci porta a gestirla nel migliore dei modi per evitare errori e rispettare l’ambiente.
Per capire questo diventa fondamentale sapere anche come è composta. La carta stagnola è fatta da una lamina di alluminio con uno spessore che si muove tra 0.01 e 0.1 millimetri. Questo ci dà alcune indicazioni in più sul capire come utilizzarla e dove gettarla dopo l’uso.
Siccome è composta appunto da alluminio deve essere gettata nel cassonetto che è destinato ai metalli come accade, per fare un esempio, con le lattine delle bibite.
C’è però da fare una precisazione, se è molto sporca, con residui di cibo e olio e non si riesce a pulire, allora a quel punto è meglio gettarla nella raccolta indifferenziata. Un ragionamento un po’ simile a quello che si può fare con un cartone della pizza. Se è troppo sporca, infatti, potrebbe danneggiare ulteriormente l’ambiente e da risorsa per il riciclo trasformarsi in un vero e proprio problema.
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