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Categories: Castelli

Martinsicuro: torre costiera

La torre di avvistamento costiero di Martinsicuro (Te)
La robusta torre di Martinsicuro, chiamata “di Carlo V”, si innalza lungo la statale 16 Adriatica, non troppo lontano dal fiume Tronto, linea di confine tra Marche e Abruzzo.

La torre di mattoni a pianta quadrata, costruita con lo scopo di controllare il passaggio del fiume e in passato fronteggiata da un’altra torre che adesso è scomparsa, è una delle tante torri che appartenevano all’imponente sistema difensivo costiero istituito dai viceré spagnoli di Napoli, Alvarez de Toledo e Parafan de Ribeira, a metà del XVI secolo, per spingere indietro gli attacchi dei pirati turchi musulmani. Tuttavia alcune differenze nella costruzione rispetto alle torri del Viceregno, rendono particolarmente interessante il caso di Martinsicuro, più simile a progetti difensivi tipici delle coste laziali e campane.
 Stemma con ali di aquila sulla facciata della torre
La torre fu eretta nel 1547, su desiderio del viceré Alvarez de Toledo e con la guida del Capitano Martin de Segura da cui il nome della torre, cosa che è confermata dal frammento dell’epigrafe incisa sul monumento. L’antico nome Turre della località suggerisce la presenza di una precedente torre che aveva lo scopo di controllare la foce del fiume e del porto; alcune fonti ne confermano l’esistenza è già dall’XI secolo; infatti, è stata documentata nel 1603 una donazione da parte di Giselberto e Trasmondo al vescovo di Fermo Odorico proprio della torre con la chiesa di Santa Maria.
 Stemma sulla facciata della torre
La torre, verticalmente, presenta due cornici in pietra che spezzano la continuità della facciata, ed è coronata dai tipici archetti su mensole aggettanti, destinati a respingere dall’alto gli assalitori; inoltre è arricchita sul lato che dà sul mare da raffinate finestre riquadrate da cornici lapidee; inizialmente la torre doveva essere conclusa da un profilo merlato che venne poi sostituito da un tetto a capanna. Nella parte centrale del primo livello, oltre la struttura di base, un’edicola sporgente su due mensoloni conserva un frammento dell’epitaffio dedicatorio sull’architrave e alla base; all’interno sono conservate le insegne gentilizie dell’imperatore Carlo V e si presume che ci sia anche quella appartenente al viceré Alvarez de Toledo.
L’edificio vicino alla torre, ristrutturato più volte, riadopera le strutture dell’antica dogana e degli alloggi connessi alla fortificazione che, come è illustrato dal celebre manoscritto composto nel 1598 da Carlo Gambacorta, ingegnere militare del re di Spagna, erano accerchiati da mura merlate.

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