Il Festival di Sanremo si è concluso accompagnato dalle polemiche: qualcosa non torna in termini di introiti. Amadeus è nei guai.
Il noto contest musicale è finito nuovamente nel mirino delle polemiche. Questa volta ad accendere la miccia sono nientedimeno che gli inviati di Striscia La Notizia. Mediaset colpisce la concorrenza senza pietà, sottolineando la mancata organizzazione e la “scorrettezza” del canale pubblico nei confronti degli artisti in gara.
Cosa succede dietro le quinte del Teatro dell’Ariston? Ebbene, l’inviato del tg satirico ha ricevuto una risposta chiara ed incalzante dal CEO di una delle federazioni più importanti del territorio, rappresentante di oltre 2500 imprese produttrici e distributrici in campo musicale e discografico.
Sanremo, altre polemiche
Festival di Sanremo: un’istituzione ormai, la quale si fonda su una convenzione (non certo tacita) tra il canale pubblico e il Comune. La Rai firma un assegno di circa 5 milioni di euro, metà dei quali servono per l’affitto del Teatro dell’Ariston. L’utilizzo in termini logistici, amministrativi e simili rimane tuttavia ignoto. Striscia La Notizia ha quindi deciso di far luce su quanto accadrebbe sotto banco prima della settimana sanremese e, a contestare il modus operandi dei vertici del canale pubblico, è nientedimeno che Enzo Mazza, CEO della Fimi (Federazione Industria Musicale Italiana).
“Un Festival molto complicato dal punto di vista organizzativo” – spiega quest’ultimo all’inviato – “C’erano 30 artisti, gli ospiti dei 30 artisti e tutto questo è finito sostanzialmente a carico delle case discografiche”. Ebbene sì, l’unico ente a guadagnare proficuamente dal Festival di Sanremo è proprio la Rai, la quale prevede un rimborso di appena 55mila euro per ogni artista e la sua impresa rappresentante (per un totale di poco più di un milione e mezzo di euro) contro gli oltre 60 milioni di introiti finiti direttamente nelle tasche del canale pubblico grazie alla pubblicità. “I conti non tornano” – ribadisce dunque il CEO – “Andare a Sanremo di fatto è una perdita per una casa discografica”.
Insomma, l’ultimo Festival di Sanremo condotto da Amadeus si è concluso con non poche polemiche. Sentimento di indignazione generale che tocca tanto quanto accaduto in seguito al “caso Ghali e Dargen D’Amico”, quanto lo sfruttamento degli artisti che non si traduce in un reale ritorno economico per i concorrenti del contest musicale. I brani in gara guadagnano per lo più sulla pubblicità e sul feedback in termini di visualizzazioni sui social e su Spotify. Si tratta, quindi, di un investimento a lungo termine, non certo di un’entrata immediata per il singolo artista.