Appignano (Te)

Appignano
Appignano
frazione di: Castiglione Messer Raimondo
area: valli del Vomano, Fino e Piomba
Appignano, minuscola frazione di Castiglione Messer Raimondo, è oggi un pugno di case abbracciate e aggrappate ad un’altura, a dominare da nord la vallata del fiume Fino. Il borgo offre un andirivieni singolare di stradine, palazzetti signorili e case in pietra, dai tetti bruniti dal tempo e con i balconi colorati da gerani; in lontananza il Gran Sasso. Il silenzio regna nella stradine, infranto solo dal rumore del vento, mentre una piacevole sensazione di pace pervade l’animo del visitatore.
Origine del nome
Il nome Appignano è un toponimo di formazione prediale che deriva del nome latino “Apponius” con l’aggiunta del suffisso “anus”.
Storia

epoca preromana – testimonianze archeologiche svelano come questo luogo fosse abitato sin dall’epoca italia. Citano le fonti che “Nel fianco orientale di un poggio, lungo il corso del fiume Fino nel territorio di Appignano, fu rinvenuta, da un contadino, una tomba di donna che conteneva un’armilla a quattro spirali, tre pendagli e un tubetto sempre in bronzo, forse parte di una collana. Si tratta verosimilmente dei resti degli oggetti di ornamento di una sepoltura femminile del VII o VI secolo a.C.”
1268 – un antico documento riferisce che in quell’anno il borgo era detto “Arpinianum” e risultava tassato per “4 once”
1447 – il paese conta 21 “fuochi” (ossia focolari domestici, quindi nuclei familiari)
1458 – Giovanni De Adamis è il signore del castello di Appignano
15 ottobre 1652 – viene pubblicata la bolla “instaurande regularis disciplinae”, che in sancì la soppressione di ben 457 conventi in Italia, di cui 28 in Abruzzo, e tra essi proprio quello di Appignano.
Da vedere
Chiesa di San Pietro
Appignano, chiesa di San Pietro
Nell’epigrafe posta sul portale si legge la data del 1571, ma questo non deve trarre in inganno, dato che recenti studi hanno svelato come la parte di bassa del campanile, costruita con blocchi di pietra ben squadrati testimoni la propria appartenenza a una chiesa ben più antica di quella data, risalente almeno alla fine del XIII secolo, ossia sorta in pieno medioevo. Sul campanile si apre una finestra “monofora”, con grosse cornici fatte di blocchi di pietra e un bell’architrave. La chiesa fu certamente restaurata nel 1735. All’interno, tra le pale degli altari si segnalano alcune tele settecentesche del pittore Giuseppe Prepositi (della vicina Atri), tra cui spiccano una Madonna del Rosario, datata 1769, e la tela dell’altare maggiore con la scena della “consegna delle chiavi a San Pietro”.
Altri elementi di interesse
Il borgo mostra la tipica struttura del piccolo centro fortificato, con la cinta di mura che ancora in parte lo circonda e che risale al XV secolo. In via del Castello è ancora ben visibile una torre quadrata.
Appignano torre superstite del castello medievale
Interessante poi il palazzo della fondazione De Victoris-Medori, recentemente restaurato.
Fuori delle mura si trova la chiesetta della Madonna del Carmine, costruita nel 1885 su una più antica cappella come ex voto per ringraziare la Madonna di aver “prontamente liberato” Appignano dalla terribile peste di quell’anno. Dell’edificio più antico sopravvive un’acquasantiera a calice in pietra.
Lungo la strada che corre nel fondovalle, verso Bisenti si incontrano i ruderi del convento di San Francesco dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali.
Eventi
penultimo week-end di agosto
sagra medievale “Antichi sapori del borgo”, curata dalla pro-loco. Piatti tipici del luogo, rappresentazioni teatrali itineranti, come la “caccia alle streghe” impersonata dalle ragazze del borgo.

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