Comignano

Comignano, frazione di Cortino
Dati e curiosità
frazione di: Cortino (Te)
area: Monti della Laga

Origine del nome
Il nome Comignano sembra derivare o da un prediale – dal termine romano Cominius, che dimostra come i Romani anticamente frequentassero questa zona– o, secondo la ricostruzione del Palma, dal termine greco Comao, che significa” terreno che produce verdi erbe”.
Introduzione
Il borgo di Comignano, che sorge ai piedi del Colle Micedi (alto 1200 metri), si trova a 980 metri sul livello del mare, a 26 chilometri da Teramo e a 5 chilometri da Pagliaroli. Le persone che vi risiedono sono appena 22, appartenenti a 14 nuclei familiari, e vivono in abitazioni costruite in pietra risalenti soprattutto all’Ottocento e ad epoche più recenti. Le attività più diffuse tra la gente del luogo sono state l’allevamento di ovini e il lavoro dei “segatori”, un tempo chiamati “marangonari”, che si occupano di segare le traverse usate per la realizzazione delle linee ferroviarie dell’Italia meridionale.

Storia

1012 
Nel mese di febbraio Lupo, figlio di Azzone offre in dono al monastero di Montecassino tutti i suoi averi presenti in Apruzio, comprendenti cinque parrocchie unite, come la parrocchia di Sant’Antimo di “Commiano”.
1134 
Donazione da parte di Gusberto o Guiberto di Suppone alla chiesa aprutina, rappresentata da Guido II episcopo, dei suoi beni presso “Commoniano”.
1137 
Il 22 del mese di settembre, l’imperatore Lotario III pone sotto la sua ala protettrice l’abbazia di Montecassino: mantiene la regola benedettina, lascia ai monaci il diritto di nominare l’abate, riconferma il diritto all’immunità e il possesso di ogni pertinenza pretesa dai monaci. Fra queste c’è anche la parrocchia di Sant’Antimo in “Petitiano” .
1295 
Giovanni Canci di Ilice viene investito dall’ateneo di Scalelli del titolo di Sindaco Procuratore e Nunzio Speciale. Egli ha il dovere di rappresentare l’Università presso il giudice di Teramo con il portavoce di Rocca di Padula nella contesa per la proprietà della Valle di “Ruie” e della Valle di “Flaviano” e loro pertinenze. L’atto è stipulato dal Notaio Megliorato di Vincenzo di Comignano de Scalelli, con la partecipazione del Giudice a contratti Roberto di Fronto (A.S.Te – Fondo Delfico; Perg. n.18).
1297 
I primi cittadini di Teramo e di Amatrice giungono ad un accordo circa i limiti dei propri ambiti giurisdizionali decidendo che Scalelle, che comprendeva anche Comignano, sia sottoposta alla giurisdizione di Teramo (A.S.Te – Fondo Delfico; Perg. n. 19).
1526 
Il documento voluto dall’episcopo F. Cherigatto chiarisce che la chiesa di San Pietro a “Bollenum” o “Bollena”, che si trova nell’ambito della cappella di Pagliaroli e curata di Comignano, deve pagare 18 lucchesi e 1 “fegato” (?).
1684 
Esecuzione della condanna a morte del malvivente Giuseppe di Gio., meglio conosciuto come Tornese di Comignano.
1718 
Il Legato pio, voluto dal qm D. Michele Flamminj di Comignano, acquista un appezzamento di terra da Domenico Antonio di Gio. Geronimo di Comignano: quest’ultimo riesce in questo modo a di togliersi un debito verso la Cappella del Santissimo Sacramento, retta da D. Paolo Antonio di Pietro, prete di Comignano.
1758 
Cajano paga un tributo alla Cappella del Santissimo Sacramento di Comignano, retta da Patrizio di Domenico di Comignano, per la corresponsione di 1 metro d’olio, “buono chiaro e lampante”, corrispondente a 60 libbre sulla base della misura regia: tali ricchezze provenivano sia dal rimborso di un tributo antecedente, sia dalla vendita delle risorse della stessa Cappella.
1765 
Tributo a favore della Cappella del Santo Rosario di Comignano, retta da Lorenzo di Gio. Carlo Profeta, con fondi parzialmente derivanti da un precedente tributo dell’uomo e parzialmente derivanti dal commercio del grano della suddetta Cappella (A.S.Te., Not. Cagnacci F.N. di Teramo).
1775 
Alessandro de Carolis, proveniente da Rocca Santa Maria, presenta al Comune di Comignano la richiesta di convalida della concessione della residenza, nel periodo in cui a Comignano Marc’Antonio di Gregorio e Salvatore di Patrizio erano camerlenghi, e Vincenzo de Vincentiis era cancelliere (A.S.Te., Regia Udienza – B. 33/490).
1785 
Saverio Nardi di Cervaro, Corriere Generale della Montagna di Roseto, si spaccia per Mastrodatti della suddetta Regia Corte e comincia ad indagare a Comignano e Cortino per conto del Dottor Fisico D. Pietro Martire Clemente, proveniente da Torano. Sottopone ad interrogatorio la gente del luogo per capire se conoscevano la famiglia Ferri di Comignano, e soprattutto i consanguinei Gio. Nicola e D. Antonio, i quali regalarono ai Clemente ogni loro avere in zona Comignano. A Comignano le persone che rispondono a suddette domande sono: Gio. Carlo Profeta, Pietrangelo Spinozzi di Comignano e Domenico di Felice di Comignano oriundo di Aiello; invece a Cortino sono: Francesco Antonio De Amicis, Luca di Giosafat, Loreto Marini e Rocco Marini (A.S.Te.,Not. Matani D.S. di Macchia Roseto).
1785 
Ha luogo il pubblico parlamento di Comignano, voluto dal Governatore di Roseto D. Nicola Vestini, al fine di fronteggiare determinate spese verso il prete “per l’officiatura e il risarcimento della chiesa” e per corrispondere il compenso al cancelliere. Si decreta un tributo con Gregorio di Marcantonio di Comignano e si stabilisce che Lorenzo Profeta e Giovanni di Paolantonio impegnino i propri terreni, fermo restando l’obbligo di tutti i cittadini di Comignano di versare un’indennità a queste persone; partecipano alla pubblica seduta: Domenicantonio di Patrizio Domenico di Felice Pietrangelo Spinozzi Silvestro Galli Gregorio di Marcantonio Giovanni di Paolantonio Lorenzo Profeta Alessandro de Carolis Salvatore di Patrizio Sindaco Gregorio di Marcantonio Cancelliere.
1789 
Il primo giorno del mese di agosto, quando era curato D. Altobrando Tesoni di Frattoli, la parrocchia di Comignano riceve gli introiti dell’Abbazia di Santa Maria a Luquiano (ad lucum Jani), nel comune di Castiglione Messer Raimondo, che accresce leggermente la sua posizione di misera chiesetta; da quel momento il curato di Comignano diventa anche abate dell’Abbazia prima citata.
1792 
Gregorio di Marc’Antonio e Laura di Marc’Antonio di Comignano vendono al curato di Comignano D. Altobrando Tesoni di Frattoli un terreno di 7 canne (70 mq) che si trovava a ridosso della casa del sacerdote (A.S.Te., Not. Matani D.S. di Macchia Roseto).
1804 
A Comignano vivono 70 persone.
1805 
Il 30 del mese di settembre Nicola Cavanci incontra il primo cittadino di Comignano Salvatore Patrizio, per volontà del primo.
1807 
Il primo cittadino di Comignano, Giovanni Antonio di Paolo Antonio, paga la somma di 18 ducati e 66 grana per l’approvvigionamento dei militari francesi che transitavano in quelle zone.
1809 
Il 4 del mese di settembre il Reverendo D. Candido Clemente di Comignano, curato di Pagliaroli, (erede del “Dottore fisico” Pietro Martire proveniente da Torano ed erede degli averi del reverendo D. Antonio parroco di Comignano dopo la morte dei componenti della famiglia Ferri che risiedeva nel “quarto di sotto” nell’abitazione andata distrutta in seguito ad un crollo), incolpato di essere un bandito, in seguito a diverse informative circa il suo comportamento per mezzo delle indagini, seguite dalla Curia Aprutina, con una taglia della somma di 500 ducati, riceve la pena di morte con sentenza della Commissione militare e viene seppellito nel camposanto della cattedrale di Teramo.
1816 
Comignano, che già apparteneva al comprensorio della Montagna di Roseto del ducato di Atri, è inglobata al comune di Cortino.
1832 
Don Stefano Nardi, curato di Comignano, insieme ad altri signori pare essere legato alla dissertazione scritta “Storia ecclesiastica e civile della Regione più settentrionale del Regno di Napoli” di N. Palma.
1867 
Il decreto 15/8/1867 elimina i benefici “sine cura” e stabilisce che gli appezzamenti di terra del beneficio di Sant’Amico di Forcella siano donati dall’Amministrazione Diocesana alla Parrocchia di Comignano, finora senza alcun avere. In seguito quel beneficio fu suddiviso in due parti: una fu prima comprata e poi venduta da privati; l’altra fu attribuita alla Parrocchia dell’Annunziata di Giulianova.

Da vedere
Le strutture abitative risalenti al Medioevo dovevano essere costruite un po’ più a valle, vicino la parrocchia di Sant’Antimo, che attualmente non esiste più, e alla parrocchia di San Pietro a “Bollenum”. Lo stile dell’attuale parrocchia di San Pietro, caratterizzata da un piccolo campanile a vela sulla parte frontale, non presenta caratteristiche tali da permettere di attribuire alla chiesa una precisa collocazione temporale. In località “Case da piedi” vicino al camposanto, all’interno di un’antica abitazione, nella parte dell’edificio che sembra più vecchio e che si affaccia su Cortino, sono presenti alcune tipologie costruttive tipiche della Laga: ad esempio, gli spigoli sono caratterizzati da un’ammorsatura realizzata attraverso conci di grandi dimensioni modellati con delle bugne approssimative e questa particolarità si può notare sul concio della chiave d’arco sul portaletto, nel quale è presente un simbolo risalente al Cinquecento in cui è rappresentato un leone rampante, che con ogni probabilità deve essere ricondotto alla casa Acquaviva; sull’architrave della porta sul lato attiguo è incisa la data 1535.

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