Non solo camerieri: in Abruzzo mancano anche i bagnini. Ecco cosa sta succedendo

In Abruzzo è crisi negli stabilimenti balneari. Diminuisce il numero di impiegati e aumentano le ore di lavoro a parità di salario.

La situazione abruzzese riguardo agli stabilimenti balneari, rappresenta sicuramente una delle storie più controverse dell’attuale mondo del lavoro italiano. Per farla breve, secondo disposizioni europee, l’assegnazione delle nuove concessioni balneari dovrebbe avvenire tramite partecipazione a un bando di concorso, che il Governo nazionale continua a non erogare, generando grande insicurezza tra i lavoratori di categoria. 

Alla ricerca di bagnini inabruzzo.it
Alla ricerca di bagnini inabruzzo.it

Contestualmente a questa faccenda, un’altra problematica si interseca con una situazione già spinosa: negli ultimi anni, soprattutto in seguito alla pandemia da Covid 19, tanti sono stati i datori di lavoro che hanno lamentato la mancanza di determinate tipologie di personale specializzato, come per esempio i camerieri. Adesso, il problema pare coinvolgere anche una categoria essenziale di lavoratori, in uno stabilimento balneare: i bagnini. Un problema che colpisce l’Abruzzo e la maggior parte delle Regioni del centro sud.

Carenza di bagnini

In Abruzzo mancano bagnini, questo il dato che emerge da un’ultima analisi, svolta proprio in questo periodo e non a caso: si tratta infatti del momento in cui gli stabilimenti balneari, nonostante le difficoltà e le incertezze del caso, riaprono in vista della stagione estiva che non tarda ad arrivare. E proprio quando una grande mole di turisti si appresta a popolare le spiagge abruzzese, ecco che la mancanza di bagnini inizia a farsi sentire in maniera prepotente.

Cosa dicono i sindacati? inabruzzo.it
Cosa dicono i sindacati? inabruzzo.it

Secondo i dati forniti dai sindacati di categoria infatti, sarebbe ben il 10% di bagnini a mancare, creando vari disagi sulle spiagge abruzzesi e non solo. Se da un lato questi sono i dati, un’inchiesta svolta da AdKronos svela una realtà diversa: diversi gestori, a cui è stato fatto credere che dei bagnini fossero in cerca di lavoro, non si sono detti interessati all’assunzione di nuovo personale. Bisogna dunque credere ai dati o ai gestori degli stabilimenti?

Questa domanda apre a tutta una nuova prospettiva: per legge, per i bagnini è previsto  il contratto nazionale di lavoro del turismo, con 40 ore settimanali di lavoro su 6 giorni e stipendio netto che parte dai 1.200 euro per poi salire a seconda dell’inquadramento. Non sono nuove le situazioni, raccontate anche da diversi giovani alla ricerca di un impiego, di gestori che non intendono sottostare al contratto nazionale, stabilendo invece dei compensi più bassi per più ore di lavoro.

Come spiega Davide Frigelli, segretario generale della Fisascat Cisl Abruzzo-Molise, già lo scorso anno erano state diverse le denunce di bagnini che venivano pagati soltanto 4,50 euro all’ora. Intanto, la società incassava dallo stabilimento balneare 17-18 euro l’ora per ogni bagnino. Sulla scorta di queste informazioni, continua l’attenta vigilanza del sindacato, nel contesto di quest’anno che pare ricalcare quello dello scorso.

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