Solo in 13 producono il Formaggio delle Donne: qual è e perché si chiama così

Alla scoperta del Pecorino di Farindola, uno dei formaggi più particolari prodotti in Abruzzo. Perché si chiama “Formaggio delle Donne” e dove viene prodotto.

L’Abruzzo è una Regione che ha davvero tanto da offrire, a chi non ha paura di avventurarsi in ogni meandro che va a comporre il tessuto sociale abruzzese, passando dai prodotti più inflazionati, seppur estremamente buoni e gustosi come i famosi arrosticini, fino a prodotti decisamente più di nicchia, talmente tanto di nicchia che rischiano quasi di scomparire. È quindi d’obbligo parlarne e raccontare la loro storia.

Cos'è il formaggio delle donne? foto IG abruzzofoodguide inabruzzo.it
Cos’è il formaggio delle donne? foto IG abruzzofoodguide inabruzzo.it

In particolare, in questo articolo vi racconteremo e cercheremo di farvi assaporare, anche solo con la mente, l’incredibile Pecorino di Farindola, uno dei formaggi dalla produzione più particolare che si possano trovare non solo in Abruzzo ma in tutto il territorio nazionale, particolarità dovuta a un dettaglio, che gli è anche valso il soprannome con cui molti lo conoscono: il formaggio delle donne. Perché si chiama così?

Il formaggio delle donne

Una definizione che è già tutto un programma e che presuppone di conoscer una storia. Il pecorino di Farindola infatti, è un formaggio la cui produzione è sempre più rara, che quasi rischia di scomparire, eppure è una delle prelibatezze che tutti dovrebbero provare in un viaggio per le meraviglie enogastronomiche dell’Abruzzo. Ma perché viene anche conosciuto come “formaggio delle donne”?

Un pezzo di storia foto IG brendafitfood inabruzzo.it
Un pezzo di storia foto IG brendafitfood inabruzzo.it

Beh, in realtà si tratta di una definizione estremamente didascalica ma ricca di tradizione: si tratta di un formaggio che veniva e viene prodotto soltanto da donne, che di generazione in generazione, si tramandano la ricetta. E di generazioni pare che ne siano passate, dato che le prime testimonianze dell’esistenza di questo formaggio vengono già ritrovate in scritti di epoca romana, risalente a Plinio il Vecchio che lo definiva “il formaggio dei vestini”.

Un formaggio che ha rischiato di scomparire intorno agli anni ’90 e che oggi, è stato inserito tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) ed è stato istituito il Presidio Slow Food, per preservarlo. Il fatto di essere prodotto soltanto da donne, non è da prendere alla leggere: si tratta di una tradizione di Farindola, secondo cui le donne si occupavano della produzione del formaggio mentre gli uomini del pascolo delle pecore. A riprova di tale importanza, basti sapere che su ogni forma di formaggio viene riportato il nome della donna che l’ha prodotto. 

E le particolarità non finiscono qui, dato che, a differenza di tanti altri formaggi, il caglio utilizzato non è quello bovino o caprino ma arriva dal maiale, fattore che accentua il suo sapore deciso, conferendogli una consistenza unica. Al giorno d’oggi, sono soltanto 13 i produttori riconosciuti, tutte perlopiù aziende medio-piccole, che in totale allevano circa 4mila pecore.

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