Cerchiamo di descrivere i punti cruciali della vita e del successo di Rino Gaetano, fino ad arrivare alla sua scomparsa. Oggi manca a tutti
Un cantante così è complicatissimo da descrivere e da ritrovare, viste le tantissime sfaccettature del suo carattere e la moltitudine di canzoni scritte. Rino Gaetano è stato in grado di racchiudere nei suoi brani argomenti di interesse intimo, come anche quelli di più alto valore socio-politico. La sua morte, poi, non ha fatto svanire ciò che più lo ha contraddistinto, le idee rivoluzionarie che non scompariranno mai. Ma quanta poesia, contornata da parole pure e semplici, ci ha donato il cantante di Crotone?
I suoi primi passi nel mondo musicale hanno messo immediatamente in chiaro quanto successo potesse avere. La prima uscita ufficiale avvenne nel 1974, con l’album in studio dal nome Ingresso libero, seguito immediatamente dall’altro che gli donerà l’acclamazione a livello nazionale, Mio fratello è figlio unico.
Sin dal primo album si comprese bene quanto ci tenesse alla parola libertà (di pensiero e di parola, ma anche decisionale) la quale ha contraddistinto il suo pensiero negli anni a seguire. Ciò lo ha portato a sposare un’ideologia anarchica fatta di un’idea basata su un’organizzazione che parte dalle decisioni prese dal popolo e non dai partiti o dalle classe dirigenti e imprenditoriali che li gestiscono. Nacque, quindi, anche la canzone I miei sogni d’anarchia, i quali tutt’ora restano tali, specie in chi ha seguito il suo pensiero anche dopo la sua morte, ma rimarranno per sempre immortali.
Rino Gaetano, la verità sulla sua scomparsa
L’antagonismo alla politica di quei tempi del cantante calabrese ha fatto pensare al peggio dopo la sua prematura scomparsa. Rino Gaetano perse la vita a soli 31 anni, nel 1981, quando dopo una serata con degli amici, perse il controllo della sua vettura ed è stato colpito, dopo gli sbandamenti, da un camion. Il mistero intorno a queste dinamiche si è fatto subito fitto e a parlarne è stato anche lo scrittore Bruno Mautone, il quale scrisse il libro Chi ha ucciso Rino Gaetano.
Ovviamente, i forti dubbi dell’autore si rifanno a quel modo di vedere la politica molto fastidioso per i vertici. Erano anni molto bui per l’Italia, gli anni in cui i servizi segreti erano a stretto contatto con la massoneria e in cui sorse la Loggia P2 (1981). Erano gli anni in cui stavano per finire quelli di piombo e non si badava al nome altisonante per poter render giustizia alle proprie idee, vedi il caso Aldo Moro del 1978.
Tutti questi dubbi sono stati ben spiegati durante il libro, sul quale si possono trovare tracce di persone intorno a Rino Gaetano molto vicine ai servizi segreti e ai vertici politici. Un altro mistero, poi, aleggia intorno alla sua morte, ovvero quello riguardante il rifiuto di 5 ospedali di prestargli soccorso. Nella canzone La ballata di Renzo scrisse profeticamente una vicenda simile a quella accorsa durante la sua morte, citando 3 dei 5 ospedali che alla fine non lo hanno soccorso.
“Rino Gaetano dava fastidio ed era depositario di alcune informazioni riservatissime”, ha affermato Mautone sul suo libro. “Un manager dell’artista, e suo caro amico, si trovava in simbiosi con i vertici della politica (Andreotti), con i servizi segreti e con la massoneria”, ha infine concluso lo scrittore (ilsussidiario.net). Rino Gaetano è morto, ma le sue idee anarchiche vivranno per sempre e lo si può vedere sui muri di tante città e nelle varie pagine antagoniste sul web a lui ispirate.