San Vittorino (Aq). Amiternum

Una passeggiata nel tempo nei dintorni dell?Aquila: la bellezza immutata dell’antica Amiternum romana.

L’anfiteatro romano di Amiternum
Fare una passeggiata sul territorio abruzzese, ci aiuta a renderci davvero conto di quante sono le bellezze di questo territorio , che sembra aver quasi fatto un “contratto” con la storia che le ha da sempre riservato un posto d’onore durante lo scorrere del tempo; ed ecco che la magia, ogni qualvolta si ammira una porzione concreta del passato, si ripropone incuriosendo chi vuole poter conoscere ed emozionando chi conosce e vive della passione per le bellezze di questa regione. La particolarità più grande dell’Abruzzo è che sul suo territorio sono visibili, ancora in maniera molto evidente, tracce di un passato che fortunatamente non muore mai, e dunque l’architettura, l’archeologia, sono ancora collocate lì sul punto in cui sono nate, pronte ancora una volta a stupire; neanche il terremoto è riuscito a distruggere la voglia di conservare il passato, infatti sebbene ci sia ancora molto da lavorare per ricostruire la porzione della regione che è stata gettata a terra, l’attenzione per le impronte del passato è ancora grande: continuano le tradizioni, continuano gli usi e costumi , perché sono proprio questi elementi a fare parte della normalità per gli abruzzesi.
L’Abruzzo si sa,è parzialmente circondato dal mare, ma internamente è una regione per gran parte montuosa, e questa sua particolare conformazione geologica la mette in comunicazione con le regioni vicine, ed ecco perché storicamente, lo sviluppo di questa regione è legato ai territori circostanti con i quali sembrava appartenere ad un’unica grande “nazione”; già fare riferimento al “regno delle due Sicilie” significa parlare di questa comune appartenenza delle regioni del meridione italiano.
L’antica città italica di Amiternum era stata fondata dai Sabini e le sue rovine si ergono in maniera imperante ancora a pochi distanza dalla provincia dell’Aquila, ed in maniera particolare sono soprattutto riconoscibili un teatro ed un anfiteatro ma negli ultimi tempi nelle zone vicine e cioè nei pressi di Coppito e Pizzoli sono state trovate alte testimonianze di grande rilievo ed in particolare una villa, sempre d’epoca romana.
Varrone sosteneva che i cittadini di Amiternum fossero chiamati “Atermini” perché risiedevano nelle zone che circondavano l’Aterno, ed in particolare delle fonti specifiche attestano che ci furono uomini di grande rilievo ai quali la città aquilana ebbe l’onore di dare i natali, basti pensare al famoso storico Sallustio oppure ad Appio Claudio Cieco conosciuto soprattutto per la costruzione nel 312 a.C. della indispensabile Via Appia. La ricostruzione della storia di Amiternum è stata avvantaggiata non soltanto dalla ricchezza dei ritrovamenti ma anche dalla fortunata presenza di fonti come quelle per esempio prese in prestito da Virgilio che nell’Eneide parla della città come di un “pagus” ,originariamente, che poi diventò la città che sappiamo sorgere sul colle di San Vittorito attraversata addirittura da Annibale con il suo esercito nel 211 a.C., che marciava alla volta della vicina Roma. Amiternum fu conquistata dai Romani nel 293 a.C. ed a guidarli in questo caso ci fu Manio Curio Dentato che ebbe il merito di porre fine alle guerre sannitiche e per questo motivo divenne un eroe della Roma Antica; proprio questa fu l’occasione propizia per l’assimilazione tra Sabini e Romani, infatti su questo territorio furono assegnate ai Romani molte terre ed addirittura nacquero di nuove tribù, la Quirina e la Velina.
In questo modo Amiternum divenne un vero e proprio “oppidum” romano , si accrebbe velocemente anche il numero dei cittadini ed il centro organizzativo della città si spostò al colle ai suoi piedi, più verso la vallata, dove tra l’altro sono stati rinvenuti i reperti archeologici maggiori; di certo questo spostamento fu significativo, infatti da semplice prefettura divenne municipio , e questo accade nel 27 a.C. durante l’età augustea, e dunque il suo impianto urbanistico subì una continua trasformazione che di certo può essere definita fortunata visto che sotto il dominio di Roma, Amiternum diventò un centro urbano di notevole grandezza oltre che di un’ apprezzabile importanza, ed acquisita la cittadinanza romana, i suoi cittadini poterono anche finalmente votare e contare politicamente nell’Impero cosa che precedentemente non si sarebbero mai aspettati. Inoltre la grande importanza dell’assetto viario che la caratterizzava permise alla città di diventare un sito molto frequentato anche le fonti epigrafiche lo testimoniano. Proprio le strade oggi delimitano l’area urbanistica che era divisa in due da una strada più interna che è stata trovata in tempi più recenti rispetto al resto de sito, ed è proprio da questa strada che si è sviluppato tutt’intorno l’assetto della città nel corso del tempo, infatti le strutture che la caratterizzano hanno diverse datazioni.
Nella porzione nord del teatro c’era il vero e proprio centro della città con il suo immancabile “forum”, quello che rappresentava il centro della vita pubblica romana. Ma la ricchezza formale della città è attestata anche dalla presenza delle terme, che erano collocate sulla sponda destra del fiume che veniva sfruttato per l’approvvigionamento dell’acqua in questa struttura infatti sono stati trovati degli acquedotti , dei quali oggi rimane ben poco. Ci si è interrogati particolarmente anche sul perché la città fosse dotata di così tanti edifici pubblici e la risposta la si è trovata nell’indagare su una pratica che si era diffusa “a macchia d’olio” nell’antica Roma e si tratta dell’evergetismo che in un certo senso, pur essendo nato nell’antichità, non ha mai perso la sua posizione dominante, anche oggi, sebbene non se ne parli, esso è presente. Esso consisteva nella donazione dei propri beni da parte del privato alla comunità, ma non soltanto per l’acquisizione di consensi, che sarebbe troppo scontato, ma anche per salvare il suo legame che aveva con l’Urbe, infatti il privato si sentiva responsabile del benessere della città, dunque aveva anche il bisogno di curare l’aspetto etico celebrando in questo modo i meriti che la sua “familia” aveva in questa grande attenzione nei confronti della città.
Anche l’economia fu incrementata particolarmente grazie anche alle leggi dettate per favorirla transumanza protetta, ma questa prosperità finì per la città all’incirca nel 574 , quando a distruggerla moralmente e fisicamente arrivarono i Longobardi decretando la fine di questo lungo periodo di benessere; distrussero villaggi e presero tutto quanto poterono.
Le maggiori strutture che di Amiternum hanno però catturato l’attenzione sono sicuramente il teatro e l’anfiteatro. Il teatro è posto ai piedi del colle, ed era stato trovato nel 1878: esso è stato costruito in età augustea , presenta un diametro di 80 metri e la sua posizione gli offre un’acustica impeccabile. Esso è collocato al centro della città e si trova in una località definita “Ara di Saturno”. La scena è lunga circa 60 metri e presenta molti elementi che la caratterizzano, e la muratura sembrerebbe reticolata. Aveva una capienza di circa duemila persone e presenta due strati di posti a sedere: il primo ben conservato , si compone di diciotto gradini che si estendeva fino al parapetto che divideva la cavea del teatro in settori concentrici, ed il secondo di tre scale divise in quattro settori. Dal IV secolo in poi però non fu più utilizzato come teatro ma come necropoli.

Il teatro di Amiternum
Il lato sinistro invece di quella strada principale che veniva precedentemente menzionata, ospita l’anfiteatro, che è stato costruito dopo il teatro, e sebbene sia molto particolare e ben fatto, e piccolo rispetto alla solita grandezza di cui godono simili strutture. Misura circa 68 x 53 metri , presenta quarantotto arcate su due piani , perfettamente conservate ed addirittura può ospitare seimila persone, dunque ha una capienza tre volte superiore rispetto al teatro. Le gradinate in laterizio sono state rubate come anche le colonne delle quali si possono ammirare ma la basi per esempio fatte di mattoncini sagomati e rimasti intatti.
Proprio nei pressi dell’anfiteatro, è stato rinvenuto un edificio tardo-romano, che ha rivelato una gran quantità di affreschi e mosaici ed è stata ricavata intorno ad una corte centrale dotata di portico utilizzato per filtrare l’aria e la luce. Secondo una ricostruzione fatta dagli studiosi , questa struttura absidata ha subito diverse fasi di costruzione , anche se poi è stata corrosa da un incendio ma il pavimento con mosaici in bianco e nero a forme geometriche permangono. Questo edificio presenta tre settori che sono l’atrium, ossia l’ingresso, l’impluvium fatto in marmo provenente dall’isola greca di Chios, che era simile ad un catino per la raccolta dell’acqua piovana, ed un tablinium, che è il cosiddetto vano di rappresentanza.
Amiternum ha restituito anche moltissimi resti scultorei ed architettonici di vario genere, oltre che un fortunato numero di iscrizioni che sono state utili per una ricostruzione più dettagliata ma molti studiosi concordano sul fatto che la città possa restituire molto altro. La città di Amiternum potrebbe essere stata distrutta da un violento terremoto , non a caso si pensa che l’Aquila stessa sia nata proprio sulle ceneri di Amiternum; eppure ciò che è rimasto di questa città permane inesorabilmente in piedi , basti pensare al fatto che anche con l’ultimo terremoto gli edifici di quest’area archeologica si sono lesionati , anzi le crepe che si sono create , secondo gli studiosi hanno lo stesso spessore delle crepe che sono state osservate al momento del ritrovamento per cui si suppone che la “magnitudo” del terremoto del 2009, sia la stessa del terremoto che distrusse la città secoli fa visto che anche i danni sembrano essere gli stessi.
Gallerie di immagini
Anfiteatro di Amiternum
Teatro di Amiternum

Impostazioni privacy