Mucillagine in Abruzzo e in tutto l’Adriatico: se non c’è rischio salute perché non si può pescare?

Allarme mucillagine in Abruzzo e sulla costa adriatica. Gli esperti rassicurano sulla non pericolosità della sostanza ma la pesca rischia comunque di essere fermata. Ecco di cosa si tratta.

L’estate è ormai iniziata e in tanti sono ormai entrati nel pieno della stagione vacanziera, iniziando a godere i primi giorni di mare. Tanti sono i turisti che quest’anno, hanno scelto l’Abruzzo come meta privilegiata per vivere delle vacanze da sogno, facendo un tuffo rinfrescante tra le limpide acque adriatiche. Pare però che un piccolo problema, sospinto dalle onde marine, abbia impedito di godere del limpido mare e potrebbe tradursi in problemi anche maggiori.

Arriva la mucillagine foto IG ladolcevita_4.0 inabruzzo.it
Arriva la mucillagine foto IG ladolcevita_4.0 inabruzzo.it

Fronti di mucillagine hanno fatto capolino, trasportate dal Veneto per giungere poi nelle Marche e in Abruzzo. Ma di che si tratta di preciso? La mucillagine non è altro che una sostanza presente in diverse piante, che serve più che altro ad assorbire e trattenere l’acqua. Sebbene dunque non sia dannosa, incontrarla non è sicuramente l’ideale vista la sua consistenza viscida. E se i turisti soffrono per non poter fare il bagno in santa pace, c’è chi rischia anche di peggio.

Il pericolo per la pesca

Da quando la mucillagine è comparsa lungo la costa adriatica, tanti sono stati i problemi che sono stati percepiti. Gli esperti dell’Arta hanno voluto da subito, rassicurare riguardo la pericolosità della sostanza. Scrivono:”Si tratta di aggregati di polisaccaridi che non rappresentano un problema per la salute dei bagnanti” e riguardo alla sua formazione, proprio in questo periodo, precisano che un motivo potrebbe essere legato a “condizioni di abbondanti piogge di questo ultimo periodo”.

Pericolo per i pescatori inabruzzo.it
Pericolo per i pescatori inabruzzo.it

Non si tratta però di una sostanza tossica o nociva. La mucillagine può al massimo provocare un leggero prurito nel caso di contatto diretto ma nulla di preoccupante. Nonostante tutto, si fa strada una sempre più insistente voce di un fermo anticipato alle attività di pesca. Il motivo non è però da ricercare in eventuali contaminazioni del pesce pescato ma in fattori differenti.

Si ritiene infatti che, uscire al largo in mari colmi della sostanza, potrebbe significare un danneggiamento delle eliche e dei motori dei pescherecci, con l’unico risultato di riempire le reti soltanto di alghe gelatinose. Pescatori che dunque, si trovano ad affrontare una nuova crisi dopo quella del vorace granchio blu anche se, sta volta, a essere a rischio sono gli strumenti utilizzati nelle attività di pesca.

La parola d’ordine adesso, è prudenza. L’Agenzia regionale ha già comunicato che sarà monitorata costantemente la qualità dell’acqua, tramite campionamenti aggiuntivi che non si fermeranno alla classica analisi dei parametri biologici ma scaveranno più a fondo, toccando parametri chimici, nutrienti e fitoplancton.

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