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Forca di Penne: torre

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La torre di Forca di Penne
La costruzione della massiccia torre di Forca di Penne, un torrione di vedetta, è tuttora riconoscibile in un ambito paesaggistico affascinante in modo particolare è stata favorita dall’ubicazione strategica del sito.

Brittoli (Pe). La torre medievale a Forca di Penne, dopo il crollo.

È ancora ben visibile il torrione di forma quadrata che si innalza per venti metri circa sul piano d’appoggio di roccia. Esso è circondato da tracce di edifici e strutture, che attestano l’antica esistenza di un più complesso costruito su quel colle.

Le tre aperture indicano gli originari livelli in cui la torre era divisa al suo interno.

Interessanti in particolar modo risultano le tecniche di costruzione che sono state usate, con l’utilizzo di pietra e mattoni insieme. Ed è particolare l’impianto di smaltimento delle acque realizzato, tramite canali tuttora in parte visibili.

Il limite sud-orientale del Comitatus Aquilano era segnato dal valico di Forca di Penne, situato a mezza costa, che era anche un rilevante valico del tratturo. E la torre di Forca di Penne ne era il simbolo e il presidio.

Con la attigua Popoli difatti, costituiva un passaggio obbligatorio per greggi e pastori.

Il presidio militare era poi particolarmente importante se si considerano i rapporti di rilievo con le valli del Pescara e del Tavo e con la valle del Tirino all’interno, tramite le relazioni ottiche con gli altri torrioni che erano sparsi per il territorio.

La storia della torre

Dalle prime documentazioni a noi conosciute risulta che il feudo nel 1173 apparteneva alla Baronia di Carapelle ed era costituito da un piccolo centro urbano intorno alla torre, da un monastero in onore di San Vito e da campi coltivati con coloni.

Forca di Penne andò ad Ottavio Cattaneo durante la seconda metà del 1500 e poi al granduca de’ Medici quale feudo già abitato.

Del convento di San Vito, del borgo e dell’antica rocca sono rimaste solo alcune tracce.

I danni del terremoto

La torre purtroppo ha subito gravissimi danni dal terremoto del 6 aprile 2009, che ne fatto crollare una metà. A tutto il 2020 non vi era traccia di interventi di consolidamento.

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